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IL SIMBOLO DELLA TENACIA E DELLA RIESISTENZA DELLA GENTE
Alla manifestazione centrale delle sollennita' celebrative del millennio della piu' antica citazione documentaria degli abitati di Salcano e di Gorizia

Solkan, 8 September 2001


Foto: BOBO

Care cittadine e cari cittadini di Salcano, care cittadine e cari cittadini della Primorska, gentili Signore e Signori convenuti da ambo i versanti del confine, egregio Signor Sindaco,

Vi reco il mio caloroso saluto a questo raduno amichevole che si propone di festeggiare i mille anni di Salcano. Vi porgo i miei auguri per l’alto genetliaco accanto agli auspici che questa amena, fiera ed ospitale località, che ha improntato dei propri tratti umani anche Nova Gorica, possa conseguire il traguardo di altri numerosi e prestigiosi anniversari.

La storia millenaria di Salcano è una storia degna ed onorata. Essa è per la slovenità simbolo della tenacia e della resistenza di donne e uomini che animati da una schietta umanità e da un’insofferenza verso le ingiustizie hanno fieramente contribuito a plasmare uno spirito sloveno indipendente, attingendo rispettosamente alla vena inentiva ed all’operosità delle generazioni precedenti. Essa è altresì simbolo dei legami che avvincono il popolo sloveno all’Isonzo ed alla sua tormentata storia, nella quale si è forgiata ed è stata messa a dura prova la slovenità sui suoi confini occidentali.

Salcano ha vissuto numerosi eventi avversi, secoli di incertezze, guerre, coflittualità, di libertà di pensiero conculcata e di coscienza nazionale oppressa, di persecuzione dei diversi e della diversità di pensiero. Fu altresì partecipe testimone delle due più terrificanti ecatombi scatenate dalla dissennatezza umana. Fu cippo confinario di una frontiera che ha eretto bruschi steccati ed ha separato non soltanto stati ma anche persone e popoli. E ciò non solo con delle rampe di confine bensì con fatti che hanno inflitto alle persone ed ai popoli torti pressoché irrimediabili. Questa esperienza fu nell’ambito della Primorska, a causa dell’imperversare del fascismo, cruenta ancor prima che gli sloveni fossero in quanto popolo scaraventati negli orrori della seconda guerra mondiale, esodati, perseguitati ed ammazzati e prima ancora che gli invasori si fossero spartiti il territorio sloveno. Consapevoli di questa esperienza, Voi, abitanti di Salcano e della Primorska, avete profuso un considerevole impegno per affermare e consolidare una diversa temperie. Un’atmosfera nella quale si possa operosamente vivere in pace e cogliere, a puntello di un avvenire più sicuro, ogni segno di amicizia nei rapporti con i vicini e nel contesto europeo.

Gli europei sono oggi impegnati in uno sforzo di vasta portata, teso ad alimentare opportunità di pace, lavoro e convivenza fra diversi. Abbiamo dato prova di sufficiente saggezza, volontà e capacità, facendo dei confini un’opportunità di collaborazione fra diversi. Oggi i confini, anche quelli con l’Italia, da tempo ormai non servono più a separare, bensì richiamano ed invitano alla collaborazione in un’Europa unita che, ad onta di difficoltà e di pregiudizi non ancora superati, sempre più informa di sé la vita quotidiana della gente. Anche quella degli sloveni.

La Slovenia ha riflettuto a fondo sull’opportunità offertale da un’avvenire nell’Europa unita, sin dal plebiscito a suffragio della propria indipendenza statale. In questo impegno fummo sostenuti anche dall’Italia. L’allora Presidente della Repubblica Italiana Francseco Cossiga ci manifestò il proprio sostegno e dette prova della sua profonda comprensione delle tendenze della storia europea accogliendo l’invito e valicando, esattamente dieci anni orsono, il confine fra i due stati in prossimità di Via Erjavec a Nova Gorica, tendendoci per primo la mano di una collaborazione ispirata all’amicizia ed alla comprensione. Si trattò, in quel frangente incerto, anche di un atto di coraggio personale. Esso rimarrà iscritto ad imperitura riconoscenza nella nostra memoria storica.

L’Europa unita impregna ormai di sé la nostra realtà e quella delle nuove generazioni. Generazioni che desiderano apprendere e comprendere la storia del proprio popolo e di tutti i popoli europei nella sua integrità, senza reticenza alcuna. Esse la accolgono con onestà come fonte di insegnamenti su ciò che e bene e su ciò che è male e come esperienza da integrare nelle fondamenta dell’edificio di un futuro più accogliente. Generazioni che vogliono conoscere il vicino, comprenderlo e rallegrarsi della sua disponibile diversità come di una fonte alla quale arricchire la propria dimensione spirituale. Una realtà che venite ormai da tempo costruendo anche qui a Salcano ed a Nova Gorica.

E’ pur vero che continuano a riecheggiare le esortazioni del passato alle note vecchie divisioni, alla prevaricazione, alle conquiste ed alle semplificazioni illusorie, tese ad eludere i dilemmi del futuro ed a dissimulare l’incapacità di fornire ad essi risposte adeguate. Ma il passato è alle nostre spalle. Sterili si rivelano i tentativi di modificarlo o di sottoporlo a revisione. Ce ne dobbiamo fare carico per quel che esso è e far di tutto affinché esso non incomba sul futuro. Da buoni vicini, consapevoli che ciascuno è corresponsabile anche del proprio passato, siamo proprio perciò disposti a percorrere le vie della conciliazione. Abbiamo già dichiarato di deplorare e di condannare le violenze effettivamente commesse da parte slovena nell’immediato dopoguerra, quando al termine di un lungo incubo singoli individui ritennero di poter brandire in prima persona la spada della giustizia per vendicarsi dei torti subiti. Auspichiamo pertanto che di deplorazione e di condanna siano fatte segno anche le sofferenze e le gravi ingiustizie inflitte agli sloveni ed alla slovenità. E’ così che la convivenza degli italiani e degli sloveni nell’Europa democratica potrà e dovrà, se vorrà ispirarsi al diritto di tutti ad un avvenire ed alla comune ricchezza delle diversità di popoli e stati liberi, lasciarsi sempre più remoti alle spalle gli evocatori degli spiriti del passato.

La Slovenia vanta con l’Italia rapporti buoni e produttivi. Gli accordi fra i due stati hanno definitivamente voltato le pagine di una storia anche sanguinosa, lastricando pertanto la strada di un vicinato improntato ad una buona e ramificata collaborazione. Essa ebbe inizio sin dai tempi in cui la Slovenia faceva ancora parte del disciolto contesto jugoslavo e si protrasse oltre a quasi tutto l’arco decennale dell’indipendenza dello stato sloveno. Abbiamo creato un’atmosfera propizia, nella quale si è resa finalmente possibile, dopo lunghi anni di rinvii, l’approvazione della legge di tutela della minoranza slovena. In virtù della legge e grazie alla sua applicazione vengono riconosciuti agli sloveni in Italia anche i loro diritti collettivi ed essi godono del rispetto, dovuto a leali cittadini della Repubblica Italiana, della loro propria, distinta identità nazionale e della loro diversità. E’ prevalsa la consapevolezza che le minoranze nazionali debbano godere di speciali strumenti di tutela, onde garantirne l’uguaglianza sostanziale; la consapevolezza che la democrazia ma anche l'onore, la fierezza e la grandezza nazionali si sostanziano del trattamento riservato ai più deboli. Sono persuaso che sapremo anche in avvenire, forti della fattiva partecipazione delle due minoranze che vivono in mezzo a noi, individuare assieme le vie ed i modi più idonei ad alimentare la convivenza. Che nutriremo il reciproco rispetto e che affronteremo da interlocutori paritari le nuove sfide del futuro anche nelle dimensioni della globalità e nelle condizioni della responsabilità globale. Consiste in ciò la nostra responsabilità nei riguardi delle generazioni future. Il futuro è un diritto di tutti e la diversità è la ricchezza del futuro di tutti i popoli e di tutti gli stati liberi. Anche della Slovenia. E lo credo fermanente, anche dell' Italia di oggi.

Care cittadine e cari cittadini della Primorska! Conosco il Vostro animo aperto ed ospitale. Accogliete gli amici con il cuore in mano ma non esitate a respingere gli invadenti. E’ una lezione che avete appreso nel corso dei secoli di un aspro passato. Ed è proprio questa Vostra indole a garantire che la Slovenia rimarrà anche da protagonista dei processi di integrazione europea, la patria del popolo sloveno ed al tempo stesso uno stato aperto, capace e disponibile a collaborare su un piede di parità e di rispetto con tutte le persone benintenzionate. E’ questo il mondo che noi sloveni auspichiamo ed a favore del quale siamo disposti a profondore un operoso impegno. Assieme, ne sono persuaso - anzi, lo so - a tutta la Primorska.

Esprimo perciò il mio compiacimento nel rilevare come sia questo il messaggio che Salcano invia oltre confine questa sera in occasione dei festeggiamenti dei suoi mille anni. Un messaggio suggellato da una mano amichevolmente tesa alla collaborazione.

Rinnovo al festeggiato i miei più cordiali auguri di un futuro prospero e felice.


 

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